Asolo e Possagno

A passeggio tra Asolo e Possagno passando per Maser

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A partire dai meravigliosi centri storici di Asolo e Possagno, ricchi di arte e storia, in cui potrete respirare un’atmosfera magica tra le colline venete, l’itinerario vi farà scoprire altre chicche del territorio: dalla Villa di Maser di Andrea PalladioPatrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, la Tomba Brion progettata dall’architetto Carlo Scarpa; fino alla Tipoteca Antiga di Cornuda, dove potrete conoscere lo sviluppo della tipografia e della stampa italiana nei secoli.

Si consiglia la fruizione del percorso conmezzi propri motorizzati. Consigliamo inoltre di percorrere questo itinerario nel periodo primaverile/estivo, in cui potrete godere di giornate lunghe e soleggiate e ammirare il panorama meraviglioso delle colline dell’Asolano. L’itinerario è comunque fattibile in tutti i periodi dell’anno.

L’itinerario occupa un’intera giornata. Data la sua lunghezza, potete voi stessi adattarlo in base alle vostre preferenze e alla disponibilità di tempo, scegliendo le tappe che preferite. Si suggerisce di verificare prima della partenza i giorni e gli orari di apertura dei siti di interesse.


IL PERCORSO IN DETTAGLIO

ASOLO


La prima tappa dell’itinerario è la meravigliosa Asolo: concedetevi del tempo per visitare il caratteristico centro storico con piazza Garibaldi e la cattedrale, la Rocca e la cinta muraria medievale, il Palazzo della Ragione e il Museo Civico.

Tempo visita: 2 h 30 minuti

Indicazioni stradali: il centro storico di Asolo è la prima tappa dell’itinerario.

Modalità di visita: visita libera del centro storico.

Asolo è uno dei centri storici più affascinanti d’Italia, meta di poeti e scrittori, artisti e viaggiatori di tutte le epoche e definita dal poeta Giosuè Carducci la “Città dai cento orizzonti”. Nelle osterie, nei ristoranti, nei caffè e nelle enoteche che si affacciano sui caratteristici portici e sulle piazze si possono gustare ottimi piatti preparati con i migliori prodotti locali e legati alla tradizione culinaria veneziana. Centro abitato fin dalla preistoria, Asolo rientra oggi tra “I borghi più belli d’Italia” e ha ottenuto la “Bandiera Arancione del Touring Club”: essa è inoltre “Città Slow” e “Città del Vino”.  Piazza Garibaldi con la fontana cinquecentesca sovrastata dal leone alato di S. Marco è il cuore della città: qui troviamo la Cattedrale, il cui assetto odierno risale al 1584. Nel 1606, a seguito del crollo del tetto, furono ricostruiti il tetto, l’abside e l’altare maggiore. Oggi la cattedrale si presenta a tre navate con colonne in pietra: all’interno sono presenti, tra le altre opere, due importanti pale di Lorenzo Lotto e Jacopo Da Ponte; la facciata esterna fu rimaneggiata nel 1889 su progetto di Pietro Saccardo, che giustappose il paramento visibile alla vecchia facciata. Sulla cima del Monte Ricco che sovrasta il centro di Asolo vediamo la poderosa struttura a poligono irregolare della Rocca, risalente al periodo compreso tra la metà – fine del XII e il XIII sec.: per la sua costruzione vennero demoliti una parte dell’insediamento abitativo e alcune sepolture della necropoli preesistente. Per tutto il periodo tra l’impianto e  il 1510, anno dell’ultimo episodio bellico che ha coinvolto la rocca, questa ospitò una guarnigione militare. Già dal XVI sec. iniziò la decadenza della rocca: nel 1650 si tentò addirittura di venderla per 320 ducati, ma la comunità asolana riuscì a impedire che ciò accadesse.

Dagli spalti della rocca è oggi possibile godere di una visione che va dalla pianura padana a tutto l’arco alpino circostante, fino ad arrivare alla Laguna di Venezia. Intorno alla rocca si sviluppa la cinta muraria di 1360 metri  del XIV sec.,costruita quando Asolo divenne oggetto di aspre e continue lotte tra le Signorie di Verona, Padova e la Serenissima: il circuito comprende l’area insediata, il Castello e la Rocca, che divenne punto di avvistamento strategico. Da segnalare anche il Castello del X sec., dimora di Ezzelino Da Romano (1242) e sede dei podestà veneziani (1339), nonché dimora di Caterina Cornaro nel 1489.

Altri elementi di particolare interesse : Pietro Bembo ambientò “Gli Asolani” nel giardino del Castello di Asolo. La celebre attrice teatrale Eleonora Duse, vissuta a cavallo tra ottocento e novecento, soggiornò in diverse occasioni ed è qui sepolta. Nel 1798 l’Aula Pretoria del Castello fu trasformata in un teatro.

Spostatevi ora in direzione di Possagno, fermandovi prima però al Maglio di Pagnano, uno dei tanti mulini ad acqua presenti nell’area. Edificato nel 1474 e recentemente restaurato, presenta ancora la struttura originaria con il maglio, le mole e la tromba idroeolica che soffia l’aria sulla forgia e i mantici.
MAGLIO DI PAGNANO

Indirizzo:  località Pagnano, Asolo (TV)

Nella località di Pagnano furono costruiti nei secoli diversi mulini ad acqua, data la presenza dei due torrenti Muson ed Erega. Tra questi, uno dei più importanti è il cosidetto Maglio di Pagnano, risalente al XV secolo e oggi importante in quanto esempio di archeologia industriale. La struttura fu utilizzata probabilmente come sede di lavorazione del metallo almeno fin dal 1472, per poi subire un’interruzione nel XVII secolo quando il complesso divenne un follo da panni, e riprendere all’inizio del XIX secolo. A ridosso del canale si trova l’officina, dotata di due ruote a pale e di un singolare esempio di tromba idroeolica per la ventilazione della forgia; all’interno vi sono la mola da aguzzare, il maglio, la forgia e, su un piano sopraelevato, il deposito del carbone. Entrando dalla porta principale, si trovano sulla sinistra un banco da lavoro con martelli e qualche chiave, al centro della stanza una grossa incudine e sulla destra il maglio, costituito da un sistema di cunei e da imponenti blocchi di pietra. Addossato alla parte opposta si trova il focolare. Il complesso, ora di proprietà della Amministrazione Comunale, è stato recentemente restaurato.

Orari e giorni d’apertura : Seconda domenica di ogni mese 10:00 – 18:00 – Visita gratuita

POSSAGNO


Arrivati nel centro storico di Possagno, potrete ammirare la casa del celebre scultore Antonio Canova, il Tempio Neoclassico da lui progettato e la Gipsoteca Canoviana, meraviglioso piccolo museo che racchiude la collezione più estesa e preziosa al mondo dei la vori di uno dei più grandi artisti della storia dell’arte, quale è Antonio Canova. Oltre alla vastissima raccolta di calchi, sono qui presenti meravigliosi marmi, studi in terracotta e pitture dell’artista. Ricordiamo che un’ala del museo è stata progettata dall’architetto Carlo Scarpa.

Tempo visita: 2 h 30 minuti

Modalità di visita: visita libera del centro storico (eventualmente verificare gli orari di apertura del Museo e del Tempio

Centro abitato fin dalla preistoria, la città di Possagno dal XVIII sec. è legata al nome di Antonio Canova, scultore, pittore e architetto neoclassico vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento. Le maggiori attrattive del centro storico sono la casa natale di Canova, il Tempio da lui progettato e la Gipsoteca.

La casa natale di Antonio Canova è oggi diventata un museo che raccoglie la pinacoteca dell’artista, alcuni disegni, le incisioni, alcuni marmi, i suoi vestiti  e gli strumenti di lavoro. Si possono inoltre ammirare alcune zone quali la camera in cui è nato, il seminterrato e lo studio di pittura sito nella torretta. Accanto alla casa sorge la celebre Gipsoteca Canoviana, un grande edificio a forma basilicale voluto dal fratellastro di Antonio, Giovanni Battista Sartori, e progettato da Francesco Lazzari per ospitare i modelli in gesso, i bozzetti in terracotta, alcuni marmi che si trovavano nello studio dell’arista a Roma al momento della morte. Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, la gipsoteca fu colpita da una granata, che distrusse alcuni gessi e ne scheggiò a decine: solo nel 1922, dopo una grandiosa opera di restauro, la struttura fu riaperta al pubblico. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, per evitare danni dovuti a eventuali bombardamenti, la Gipsoteca fu in parte svuotata e le opere trasferite all’interno del Tempio Canoviano, dove rimasero fino al 1946. La gipsoteca fu ampliata nel 1957 a 200 anni dalla nascita dell’artista, con una nuova ala progettata da Carlo Scarpa.
Il Tempio Canoviano, posto 342 metri sul livello del mare  è la chiesa parrocchiale di Possagno, consacrata alla Santissima Trinità. Costruito fra il 1819 e il 1830, il Tempio poggia su tre ampie gradinate e su un vasto acciottolato, presenta un colonnato che richiama il Partenone e il corpo centrale che ricorda il Pantheon di Roma. Insieme all’abside dell’altare maggiore, il colonnato e il corpo rappresentano simbolicamente le tre età essenziali della storia: la civiltà greca, la cultura romana e la grandezza cristiana. L’architrave porta l’iscrizione “Deo Opt Max Uni Av Trino” (che riporta la dedica della costruzione alla Trinità), il fregio è impreziosito da 7 metope scolpite da allievi dell’artista alternate a triglifi, mentre il timpano è spoglio in quanto Canova non ebbe il tempo di decorarlo.Altri elementi di particolare interesse
La spesa del Tempio venne sostenuta quasi per intero dallo scultore e ai lavori partecipò praticamente tutta la comunità.

Giorni e orari
Martedì-Domenica: 9:30-18:00; nei giorni festivi, la chiusura del Museo è posticipata alle 19:00.
Chiuso: lunedì feriale, Natale, 1° gennaio, Pasqua
Ingresso a pagamento

Per info e prenotazioni tel. 0423 544323  posta@museocanova.it

Informazioni per la visita del Tempio Canoviano

Giorni e orari

Inverno
Martedì-Venerdì: 9:00-12:00 / 14:00-18:00
Sabato: 9:00-12:00 / 14:00-19:00
Domenica: 8:00-12:00 / 14:00-18:00

Estate
Martedì-Venerdì: 9:00-12:00 / 15:00-19:00
Sabato: 9:00-12:00 / 15:00-20:00
Domenica: 8:00-12:00 / 15:00-19:00

TIPOTECA ITALIANA DI CORNUDA


Rimettetevi ora in marcia verso la destinazione finale. Prima però potete fare una sosta presso la Tipoteca Italiana di Cornuda, sede di un museo dedicato alla tipografia e all’arte del libro. Qui potrete conoscere gli strumenti della stampa, con documenti, oggetti originali, filmati e workshop.

Tempo visita: 30 min
Indicazioni stradali: Via Canapificio 3, Cornuda (TV).

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Tipoteca Italiana
 nasce su idea dei fratelli Antiga, titolari di Grafiche Antiga. Rappresenta una struttura permanente di raccolta, conservazione e ricerca sulla cultura del carattere da stampa e sulla storia della tipografia. Il museo custodisce diversi strumenti di stampa, documenti e oggetti originali provenienti da stamperie etipografi nazionali. La biblioteca, che predilige edizioni rare e antiche, a testimonianza delle eccellenze italiane di settore, raccoglie invece circa 5.000 volumi, quali manuali tecnici di macchine, riviste storiche e campionari di fonderie e tipografie italiane dei caratteri dal 1628 agli anni ’70 del Novecento; libri d’artista e a stampa tipografica e testi da consultazione per la storia della tipografia, storia del libro, grafica e carta. Adiacente al percorso espositivo, Tipoteca ha allestito una stamperia interna, che utilizza macchine originali perfettamente restaurate.Tipoteca Italiana ha sede nei fabbricati restaurati dell’antico Canapificio Veneto, mentre gli spazi museali sono organizzati nei locali dell’ex chiesa di Santa Teresa, di cui si possiedono le chiavi originali d’ingresso, e nell’adiacente foresteria.Tipoteca organizza inoltre corsi di formazione, attività didattiche e workshop, avvalendosi della collaborazione di designer italiani e internazionali.

Altri elementi di particolare interesse
Il Canapificio Veneto, presso cui ha sede Tipoteca, risale alla fine dell’Ottocento e rappresenta un’ottima testimonianza di archeologia industriale, presso cui si lavorava la canapa per produrre le corde.

Orari e giorni di apertura
Da martedì a venerdì: 9:00-13:00 / 14:00-18:00 / Sabato: 14:00-18:00
Lunedì e sabato: 9:00-13:00 su appuntamento. Chiuso giorni festivi
Ingresso a pagamento

VILLA DI MASER


Dirigetevi infine verso Maser per non perdere la visita alla Villa di Maser: qui potrete ammirare la straordinaria architettura di Andrea Palladio, i meravigliosi affreschi di Paolo Veronese e approfittare delle degustazioni del vino prodotto in loco dall’azienda agricola tutt’ora operante nelle vigne della tenuta.

Tempo visita: 1 h
Indirizzo: Via Cornuda 7, Maser (TV)

Posta nel cuore della terra del Prosecco Superiore DOCG e del Montella Rosso DOCG, la cantina della Villa di Maser nacque nel 1550 con la villa stessa. E’ proprio per fare il vino, infatti, che nel 1550 i fratelli Barbaro vennero a Maser e chiesero al celebre architetto Andrea Palladio di trasformare il loro vecchio castello in una villa-azienda agricola che dal 1996 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Da allora la produzione si è sempre più raffinata e i numerosi premi internazionali collezionati anno dopo anno testimoniano quanto queste terre siano vacate. Dai 30 ettari di vigneto posti nei punti meglio esposti dei 200 ettari della tenuta che circonda la villa provengono le uve lavorate in prima persona dai proprietari nella storica cantina. Merlot, Cabernet e Carmenere nei rossi e Prosecco, Manzoni Bianco, Chardonnay e Verduzzo nei bianchi costituiscono le varietà tipiche dell’area con le quali vengono prodotti i vini a DOC e DOCG per i quali l’azienda è conosciuta. La villa è costruita su un unico piano ma presenta un corpo centrale più elevato, a due piani, coronato da un timpano su colonne di ordine gigante, affiancato dalla due barchesse laterali , che testimoniano la vocazione agricola del complesso. La matrice culturale classica dell’architetto e dei committenti è rappresentata dalla caratterizzazione a fronte di tempio del prospetto del corpo principale della villa. La decorazione dell’interno fu affidata a Paolo Veronese che raccorda gli ambienti principali intessendo un complesso gioco ritmico di rapporti tra strutture reali e architetture dipinte, talora aperte su ariosi paesaggi, e popolando nicchie, balconi e lunette di personaggi mitologici e ritratti dei membri della famiglia Barbaro. Il tema principale degli affreschi è dettato da Daniele Barbaro, patriarca di Aquileia, che desiderava celebrare congiuntamente l’armonia delle sfere, la fertilità e la prosperità della terra e la sua famiglia. I paesaggi combinano riferimenti e allusioni alla campagna circostante e alle regioni del mito. Grande protagonista dell’arte del Veronese è il colore, disteso a larghe e luminose campiture ancor più evidenziate dalle cornici architettoniche dipinte: gli ambienti di presentano chiari, definiti dalla luce naturale ritmata dal progetto del Palladio e dalle armonie cromatiche veronesiane, con un esito di composta classicità e di rara integrazione tra architettura e affreschi, ambiente interno e paesaggio esterno.
Che cosa propone l’azienda al visitatore?
Durante la visita, partendo dalla vita alla Villa, si scoprono il genio artistico di Andrea Palladio, la pittura di Paolo Veronese e la scultura di Alessandro Vittoria che decora la facciata e gli interni. Un itinerario didattico-naturalistico conduce tra i vigneti e gli oliveti della tenuta alle trincee della Grande Guerra dove fu preparata la controffensiva che portò alla vittoria conclusiva del conflitto. Vengono proposte degustazioni di tutti i vini dell’azienda abbinati a selezioni di prodotti della pedemontana veneta. Il punto vendita è a disposizione di quanti desiderino acquistare direttamente i prodotti. La visita alla cantina è guidata e su appuntamento. –
Per gli amanti delle passeggiate si segnala la presenza, dietro alla Villa, di sentieri attrezzati che portano alla scoperta delle trincee, gallerie e osservatori della Prima Guerra Mondiale.

TOMBA BRION IN LOCALITÀ SAN VITO

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Se avete ancora del tempo, concedetevi l’ultima chicca di questo itinerario: la Tomba Brion in località San Vito, progettata e realizzata dal celebre architetto veneziano Carlo Scarpa tra il 1970 e 1978 su commissione di Onorina Brion Tomasin, per onorare la memoria del defunto ed amato congiunto Giuseppe Brion. Il cimitero conserva anche le spoglie dello stesso architetto deceduto nel 1978.

Tempo visita: 10 min
Indicazioni stradali: Cimitero di San Vito di Altivole (TV);

La cosiddetta “Tomba Brion” situata presso il Cimitero di San Vito di Altivole è stata progettata dal noto architetto veneziano Carlo Scarpa (Venezia 1906 –Tokio 1978) ed è stata realizzata tra il 1970 ed il 1978, anno in cui lo stesso architetto morì. L’opera, commissionata da Onorina Brion Tomasin, per onorare la memoria del defunto congiunto Giuseppe Brion, è la sintesi della grande maestria e cultura architettonica, artistica, letteraria e artigianale maturata da Carlo Scarpa. Gli storici Mazzariol e Barbieri ritengo infatti che la tomba racchiuda l’intera attività dell’artista e di tutto il suo ricchissimo rapporto con le realtà che ha incontrato. Il complesso funebre si caratterizza per la sua forma a “L ribaltata” e per una struttura composta da Propilei, attraverso cui si accede alla tomba, dal “Padiglione della meditazione”, posto su uno specchio d’acqua impreziosito da ninfee, da un Acrosolio, che copre le arche dei capostipiti della famiglia committente, da un’Edicola che ospita le tombe dei parenti e da una Cappella isolata nell’acqua – uno dei punti nodali dell’intera architettura. L’itinerario nella Tomba prosegue poi verso l’orto dei cipressi che avvia verso l’esterno.

Altri elementi di particolare interesse
Lo stesso architetto Carlo Scarpa è sepolto nel cimitero di Altivole, in un angolo, quasi nascosto, ed esterno a questa sua opera, che è stata definita “la duplicazione dei suoi occhi”.
Da una decina d’anni S. Vito è meta di un flusso ininterrotto di visitatori italiani e stranieri, che qui giungono per immergersi nella visita della monumentale Tomba Brion.